26 ottobre 2017

Il sussidiario della discordia

Ho letto il paragrafo del sussidiario che è oggetto delle feroci polemiche di questi giorni e davvero faccio fatica a cogliere la gravità della questione. Probabilmente è un mio limite e per questo ho deciso di fare una vera e propria “analisi del testo”, proprio come a scuola. Ecco il risultato:

“E’ aumentata la presenza di stranieri provenienti soprattutto dai paesi asiatici e dal Nordafrica”.

E lì’ basta andarsi a guardare il dato sul sito dell’ISTAT, oppure, se non ci si vuole perdere troppo tempo, anche su wikipedia (che usa i dati ISTAT): gli stranieri sono passati da 1,3 milioni del 2002 a 5 milioni nel 2017. Con un supplemento di indagine si possono anche vedere i continenti di provenienza, ma basta considerare che sono stati indicati i due più popolosi (Asia e Africa) per capire, così a occhio, che dovrebbe averci preso. O qualcuno pensa che ne arrivino di più dall’Oceania?

“Molti vengono accolti nei centri di assistenza per i profughi”

“Molti” – non tutti quindi e nemmeno la maggior parte – significa che una quantità significativa di persone viene portata nei centri di assistenza. Mi sembra una ricostruzione abbastanza attendibile.

“e sono clandestini”

Qui l’uso della congiunzione potrebbe forse creare qualche confusione, ma il fatto che “molti” immigrati (presumibilmente non tutti quelli che vengono portati nei centri di assistenza) siano clandestini è un altro dato di fatto. Non è cattivo chi l’ha scritto, che – tra l’altro – ha pensato bene di chiarire il concetto con l’aggiunta della seguente frase: “, cioè la loro permanenza in Italia non è autorizzata dalla legge”.
In sostanza, mica l’ha deciso l’autore del testo che molti immigrati siano clandestini. L’ha deciso il nostro legislatore facendo delle leggi di merda. Ma l’introduzione del reato di immigrazione clandestina – se non erro – è stata fatta per la prima volta dalla Bossi-Fini nel 2002, ossia 15 anni fa. In questi 15 anni i vari governi che si sono succeduti cosa hanno fatto per cambiare le cose? Nulla mi pare. E quale forza politica metterà nel proprio programma la cancellazione di questa norma priva di umanità?

“Nelle nostre città gli immigrati vivono spesso in condizioni precarie:”

Non fa una grinza

“non trovano un lavoro, seppure umile e pesante, né case dignitose”.

Anche qui non siamo molto distanti dalla realtà.

“Perciò la loro integrazione è difficile:”

Tanto facile non mi sembra

“per motivi economici e sociali, i residenti talvolta li considerano una minaccia per il proprio benessere e manifestano intolleranza nei loro confronti”

Non c’è scritto “sono una minaccia”, c’è scritto che (talvolta) i cittadini li considerano una minaccia. Anche in questa circostanza il concetto si sarebbe potuto esprimere in modo più chiaro, ma il senso non mi pare in discussione e i fenomeni di intolleranza sono drammaticamente veri.


Il problema non è il sussidiario, ma la realtà che il sussidiario ha cercato – forse un po’ superficialmente – di descrivere.Non mi unirò alla battaglia per cambiare le parole del sussidiario: penso sia più importante cambiare queste di parole: “Lo straniero che fa ingresso ovvero si trattiene nel territorio dello Stato, in violazione delle disposizioni del presente testo unico nonché di quelle di cui all'articolo 1 della legge 28 maggio 2007, n. 68, è punito…”. Quella violazione è un reato e il suo autore è un “clandestino” da punire. Non è un sussidiario, è una legge dello Stato.







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