“non c’è la firma dell’autore … forse si
vergogna?” Citazione tratta dal sito
Rinnovare per Labico
Tradizione e Progresso replica al
mio post di ieri sulla propaganda elettorale con un intervento un po’
schizofrenico in cui prima mi dà ragione in pieno e poi mi attacca
personalmente. Proviamo a rileggere insieme il post del quale sarebbe
interessante conoscere l’estensore.
L’inizio è la riscrittura
pedissequa del testo dell’art. 2 della legge a cui io avevo fatto riferimento
nel mio post (sì, l’avevo letta grazie) al termine del quale viene scritta la
frase “il Comune di Labico non ha definito alcuno spazio”, confermando quindi
che alla base di tutto c’è l’inadempimento dell’amministrazione comunale e di
un sindaco che governa la città di Labico da tempo immemore, ma che non è stato
in grado di dare attuazione ad una legge dello Stato non proprio recentissima (promulgata
nel 1956 e modificata nel 1975, come ci ricorda puntigliosamente il post di
Tradizione e Progresso).
Subito dopo Tradizione e
Progresso ammette implicitamente (e candidamente) di essere in torto,
affermando che l’affissione è stata precedente al 33° giorno, come se questo
sanasse l’illecito. La legge infatti afferma in modo non opinabile che quel
cartello è vietato e non dice che basta fare i furbi e metterlo prima dell’entrata
in vigore della disciplina che regola il corretto andamento della propaganda
elettorale.
Non ho alcuna voglia di
rispondere ad attacchi alla mia persona, però mi piacerebbe sapere chi si assume
la responsabilità di scrivere certe amenità. Politicamente ritengo che si debba
attribuire al candidato sindaco, Antonio dell’Omo, quanto viene scritto nella
pagina di Tradizione e Progresso ed è a lui che vorrei chiedere a che titolo si
permetta di attribuirmi l’orientamento politico. Trovo molto grave che dietro
ad un post sostanzialmente anonimo si facciano apprezzamenti sulle persone. In
ogni caso voglio rassicurare tutti: sono una persona libera e sono abituato a
non rendere conto a nessuno delle mie idee e delle mie scelte. Immagino che per
qualcuno non sarà facile comprenderlo, ma me ne farò una ragione.
Per quanto riguarda il
riferimento all’interrogazione di Storace – che sulla questione c’entra come i
cavoli a merenda – posso solo dire che non mi interessano molto le
considerazioni di un nostalgico del ventennio che ha regalato una voragine
nella sanità del Lazio. L’interrogazione è rivolta a Zingaretti e sarà lui a
rispondere.
Sulle ultime due considerazioni
davvero sono senza parole. Accostare a me le critiche sulla nazionalità della
moglie del candidato o sull’assenza di “labicanità” (di cui sono stato anche
oggetto in un recente passato) mi sembra davvero ridicolo. Al limite, ma
proprio volendo, si potrebbe parlare dell’impegno sociale e culturale dei
candidati a favore di Labico prima della pubblicazione delle liste, ma non
vorrei sparare sulla croce rossa.
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