16 maggio 2017

Sì, quel manifesto viola la legge.

“non c’è la firma dell’autore … forse si vergogna?”  Citazione tratta dal sito Rinnovare per Labico


Tradizione e Progresso replica al mio post di ieri sulla propaganda elettorale con un intervento un po’ schizofrenico in cui prima mi dà ragione in pieno e poi mi attacca personalmente. Proviamo a rileggere insieme il post del quale sarebbe interessante conoscere l’estensore.
L’inizio è la riscrittura pedissequa del testo dell’art. 2 della legge a cui io avevo fatto riferimento nel mio post (sì, l’avevo letta grazie) al termine del quale viene scritta la frase “il Comune di Labico non ha definito alcuno spazio”, confermando quindi che alla base di tutto c’è l’inadempimento dell’amministrazione comunale e di un sindaco che governa la città di Labico da tempo immemore, ma che non è stato in grado di dare attuazione ad una legge dello Stato non proprio recentissima (promulgata nel 1956 e modificata nel 1975, come ci ricorda puntigliosamente il post di Tradizione e Progresso).
Subito dopo Tradizione e Progresso ammette implicitamente (e candidamente) di essere in torto, affermando che l’affissione è stata precedente al 33° giorno, come se questo sanasse l’illecito. La legge infatti afferma in modo non opinabile che quel cartello è vietato e non dice che basta fare i furbi e metterlo prima dell’entrata in vigore della disciplina che regola il corretto andamento della propaganda elettorale.
Non ho alcuna voglia di rispondere ad attacchi alla mia persona, però mi piacerebbe sapere chi si assume la responsabilità di scrivere certe amenità. Politicamente ritengo che si debba attribuire al candidato sindaco, Antonio dell’Omo, quanto viene scritto nella pagina di Tradizione e Progresso ed è a lui che vorrei chiedere a che titolo si permetta di attribuirmi l’orientamento politico. Trovo molto grave che dietro ad un post sostanzialmente anonimo si facciano apprezzamenti sulle persone. In ogni caso voglio rassicurare tutti: sono una persona libera e sono abituato a non rendere conto a nessuno delle mie idee e delle mie scelte. Immagino che per qualcuno non sarà facile comprenderlo, ma me ne farò una ragione.
Per quanto riguarda il riferimento all’interrogazione di Storace – che sulla questione c’entra come i cavoli a merenda – posso solo dire che non mi interessano molto le considerazioni di un nostalgico del ventennio che ha regalato una voragine nella sanità del Lazio. L’interrogazione è rivolta a Zingaretti e sarà lui a rispondere.


Sulle ultime due considerazioni davvero sono senza parole. Accostare a me le critiche sulla nazionalità della moglie del candidato o sull’assenza di “labicanità” (di cui sono stato anche oggetto in un recente passato) mi sembra davvero ridicolo. Al limite, ma proprio volendo, si potrebbe parlare dell’impegno sociale e culturale dei candidati a favore di Labico prima della pubblicazione delle liste, ma non vorrei sparare sulla croce rossa.





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