6 febbraio 2014

Una politica da stadio

Mi pare che in questo momento ci sia un clima politico da stadio, con le opposte tifoserie incapaci di dare valutazioni, non dico imparziali, ma accompagnate da un minimo di buonsenso. E quando l’arbitro assegna un rigore o una punizione la sua scelta sarà giudicata quasi esclusivamente in base a chi viene avvantaggiato o penalizzato. Un clima analogo c’è stato al momento dell’ingresso in politica di Berlusconi. Un clima probabilmente giustificato da enormi differenze di contenuto: la maggioranza berlusconiana era portatrice di una cultura e di un modello di sviluppo decisamente in contrasto con una visione “progressista” (anche se in senso ampio, per carità). Questo diede vita a scontri verbali – e non solo – durissimi. E blog e forum non erano certo teneri nei commenti nei confronti degli avversari e gli insulti abbondavano. Per non parlare delle interviste fatte durante le manifestazioni. I media più vicini ad una coalizione andavano a solleticare gli istinti peggiori dei sostenitori dell’avversario e viceversa. Alla fine il conto era pari (o quasi, visto che almeno per le TV Berlusconi godeva di un certo vantaggio).
Adesso le cose sono cambiate. I nemici di un tempo sembrano essere molto meno distanti, mentre sembra che il vero “pericolo” sia un soggetto politico terzo, pieno di contraddizioni e difetti, ma che – su molti temi – potrebbe essere un interlocutore importante.  Adesso, forse, si sta smarrendo il senso delle proporzioni e, in questo, i media hanno una responsabilità enorme, soprattutto quando fanno – o pensano di fare – informazione. Pensiamo alle vicende che hanno costellato i talk show e le prime pagine dei giornali della scorsa settimana. Le notizie a cui – spesso – è stato dato più risalto sono state: la “rissa” nell’aula del Parlamento, l’epiteto ingiurioso di un deputato grillino ad alcune deputate PD, l’aggressione web alla Boldrini e un libro di Augias dato alle fiamme. Che mi ricordi sono successe altre cose a cui non sembra si sia data moltissima importanza: la “tagliola” operata per la prima volta alla Camera dei deputati o la legittimazione di un voto irregolare in commissione Affari Costituzionali, temi davvero rilevanti per una democrazia, mentre sono stati additati come “eversori” coloro i quali – in modo scomposto, goffo e indubbiamente censurabile – hanno cercato di contestare l’uso spigliato del potere della maggioranza (e di “tirannia della maggioranza”, per citare il filosofo Alexis de Tocqueville, si è parlato altre volte in passato). Vorrei però soffermarmi su quanto conta il “peso” che l’informazione riesce a dare ai singoli fatti, ognuno dei quali dovrebbe essere valutato nella specifica circostanza. Pensiamo alla volgarissima insinuazione fatta da Massimo De Rosa nei confronti delle deputate PD. Un insulto sciocco e gratuito e che merita una critica ferma e senza appello. Per quelle parole De Rosa ha fatto benissimo a scusarsi. Ma è davvero una colpa talmente grave da meritare le aperture dei tg e le prime pagine dei giornali? E’ questa l’eversione di cui vengono accusati i cinque stelle? O il termine “eversivo” viene usato con una disinvoltura tale da snaturarne completamente il significato? Oppure eversive sono state le scomposte reazioni dei deputati cinque stelle di fronte alla scelta della Boldrini di dare legittimità ad un voto irregolare avvenuto in commissione Affari Costituzionali e di strozzare il dibattito parlamentare, quella sì decisamente grave, come ebbe a dire il capogruppo del PD nel 2009 che la definì la “fine della democrazia parlamentare” (salvo poi, evidentemente, cambiare idea alla legislatura successiva). A mia memoria negli ultimi anni ad esprimere atteggiamenti eversivi – ossia volti al capovolgimento di quel complesso di principi ed istituti nei quali si esprime la forma democratica dello Stato - è stato (fatte salve alcune pagliacciate della Lega, che non sono mai state prese sul serio) un solo uomo politico: Silvio Berlusconi, autore di attacchi senza precedenti ad uno dei tre poteri dello Stato, quello della magistratura. E solo un’attenta architettura costituzionale ne ha frenato i tentativi di indebolimento e smantellamento. Berlusconi, però, per insondabili motivi, non solo non viene più considerato un pericolo per la democrazia, ma diviene persino un alleato di governo e il coestensore di una legge elettorale (peraltro palesemente incostituzionale fin dal primo comma). Tutto questo per i giornali e le TV sembra non contare nulla. La “notizia” è un alterco da bar tra deputati, del quale si riportano solo le frasi offensive di una delle parti. Ci siamo chiesti, almeno, quale fosse il contesto? Perché un conto è il ceffone ammollato dal questore della Camera ad una deputata al termine della seduta o l’invito allusivo a trovarsi un fidanzato fatto durante un intervento in aula (dallo stesso deputato autore in un recente passato di minacce di morte nei confronti di colleghi) e un altro conto è la discussione in ambito che non può certo essere definito pubblico (i locali di una commissione parlamentare, a lavori chiusi). Non a caso le querele depositate fanno riferimento all’articolo 594 del codice penale sull’ingiuria e non al 595 che parla di diffamazione. La cosa più divertente è che un certo tipo di sgradevoli allusioni sono all’ordine del giorno, non solo in politica, ma in tutti i luoghi dove c’è la possibilità di ambire a ruoli, stipendi o incarichi di maggior prestigio. Nelle aziende, nelle università, nei ministeri. E anche le donne talvolta non sono troppo tenere nei confronti delle colleghe che riescono ad ottenere rapidi avanzamenti di carriera. Per non parlare dell’ironia della sinistra (e, seppur con grande prudenza, anche a destra) sui “meriti” di un’intera generazione di donne della politica berlusconiana: dalla Minetti alla Gelmini e alla Carfagna (vedi la striscia di Disegni). L’anomalia sta tutta in questa diversa valutazione delle circostanze a seconda del ruolo. Fino ad ora, nessuno escluso, al momento di stare all’opposizione ha censurato l’eccessivo ricorso ai decreti-legge, ha usato tutte le forme di ostruzionismo possibili e immaginabili, non rinunciando a qualche azione teatrale, con cartelli, volantini, gesti, urla. Ogni tanto sono volati insulti, spintoni e anche qualche sberla. Una volta in maggioranza le azioni e i gesti di contestazione diventano esecrabili, i decreti-legge l’unica scelta possibile e l’ostruzionismo un incomprensibile impedimento all’azione di governo.

Per quanto riguarda gli insulti alla Boldrini e il libro bruciato sono una “non notizia”. Gli idioti sono una categoria molto ben rappresentata in tutti gli schieramenti e dubito possa esistere un qualunque soggetto (partito, associazione, movimento) che possa permettersi il lusso di aprire qualche forum senza correre il rischio che partano insulti e invettive nei confronti degli “altri”. Persino il mondo pacifista era stato accusato in passato di essere vicino ai violenti, perché magari qualche manifestante o qualche blogger esprimeva parole non proprio galanti nei confronti dei gentiluomini in giacca e cravatta che decidevano di far bombardare città e villaggi in nome della democrazia. Anche in quelle circostanze si assisteva ad uno straordinario mutamento di prospettiva: l’evento – criticabilissimo – dell’insulto al ministro o al sottosegretario di turno (magari formulato da un anonimo utente di un forum) diventava il fatto grave e la morte di centinaia di uomini, donne e bambini, una mera notizia di cronaca, omettendo accortamente ogni nesso causale tra quegli omicidi e i mandanti. L’accostamento forse non è pertinente, ma ha il solo scopo di sottolineare quanto l’informazione possa – volendo, e troppo spesso vuole – deviare l’attenzione verso questioni secondarie, se non marginali. Bisognerebbe puntare ad un’informazione che si preoccupi seriamente di una politica che privilegia le banche rispetto ai cittadini, di una politica che tende a mutare le regole in funzione dell’esigenza di mantenere il proprio potere, di una politica che non si rende conto (o, meglio, fa finta di non rendersi conto) delle devastazioni causate non dalle avversità atmosferiche, ma dalla disastrosa pianificazione territoriale, di una politica incapace di una corretta gestione dei rifiuti, ma complice di gigantesche frodi a danno della collettività, della salute e dell’ambiente. Servirebbe un’informazione così. Un’informazione che releghi gli insulti da osteria tra deputati dei vari schieramenti (ché le offese in questi casi vanno in entrambe le direzioni) in un trafiletto a pagina 8, a fianco della notizia sulla coppia che mette per sbaglio il filmino hard sul web.

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