26 luglio 2013

Non nominate l'innominabile



Ho apprezzato molto l’intervento di Corsaro in difesa di un principio molto importante: quello che attribuisce ai parlamentari una piena libertà di espressione del proprio pensiero, a maggior ragione se questo pensiero viene manifestato nel luogo centrale della democrazia: il Parlamento. Corsaro ha sentito il dovere di fare questo intervento per contestare l’atteggiamento preventivamente censorio che la presidenza della Camera (e anche quella del Senato) stanno ponendo metodicamente in essere ai danni degli esponenti del movimento cinque stelle (per gli altri gruppi politici, a quanto pare, vige la libertà di espressione). Ecco il testo dell’intervento:

MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, il mio è un richiamo al Regolamento, precisamente sull'articolo 60, comma 3. Nel mentre, mi devo congratulare con il collega del MoVimento 5 Stelle, perché è riuscito ad ottenere, dalla parta di sinistra dell'emiciclo, esattamente la reazione che si era predeterminato di conseguire (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Vorrei segnalare, onorevole Presidente, che l'unico punto del Regolamento della Camera dei deputati in cui è citato il Presidente della Repubblica dice testualmente che il Presidente della Camera, nell'esercizio evidentemente del governo dell'Aula, può proporre la censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da due a quindici giorni di seduta, se un deputato fa appello alla violenza, provoca tumulti o trascorre a minacce o a vie di fatto verso qualsiasi collega o membro del Governo o usa espressioni ingiuriose nei confronti delle istituzioni o del Capo dello Stato.
  Ora, bisogna che ci intendiamo, anche per sapere se veramente all'interno del Parlamento c’è una censura preventiva rispetto ad alcuni atti o ad alcune figure, che pure nella quotidianità della politica hanno un peso e un rilievo sostanziale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È assolutamente fuori di dubbio, onorevole Presidente, che non solo nei compiti istituzionali del Presidente della Camera, ma nell'interesse di tutti i parlamentari per la tutela della credibilità delle istituzioni, si debba stigmatizzare, colpevolizzare e sanzionare chiunque manchi di rispetto con atti e con pronunciamenti ingiuriosi nei confronti del Capo dello Stato, e siamo i primi a difendere e tutelare la sacralità delle istituzioni. Ma citare in un'argomentazione politica le posizioni assunte o più ancora le dichiarazioni virgolettate del Capo dello Stato, che, giustamente e legittimamente, nella quotidianità politica, non fa mancare la sua voce, il suo peso e la sua determinante sensibilità, credo che non possa essere espunto dalla corretta quotidiana valutazione e confronto politico tra le parti (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle)!
  Quindi, bisogna che ci chiariamo, signora Presidente, una volta per tutte, se c’è qualcuno che ha diritto a non essere citato, ma che quotidianamente fa parte della politica con le sue legittime argomentazioni, e ci deve essere spiegato perché, e, se è così, la prego di indire puntualmente la convocazione di una Commissione per la modifica del Regolamento, in cui si scriva che il Presidente della Repubblica non può essere nominato, perché questo non fa parte dell'attuale Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).

Intervento ineccepibile, ma la Boldrini non ci sta e replica così:

  PRESIDENTE. La ringrazio. Credo che la Presidenza abbia agito correttamente, lei vada a vedere il verbale e poi faremo le dovute conclusioni.

“Vada a vedere il verbale” afferma dunque la Boldrini, facciamolo. Colletti a un certo punto inizia a muovere una ferma critica al comportamento del Presidente della Repubblica, usando l’arma dell’ironia, cosa avvenuta decine di volte in passato, senza che nessuno abbia avuto nulla da eccepire su presunte offese al capo dello Stato. Vediamo un passaggio dell’intervento.


ANDREA COLLETTI. Ho presentato un emendamento – giustamente dichiarato inammissibile dalla Presidenza, ma lo sapevo già – in cui finanziavo la Presidenza della Repubblica con 70 mila euro. Lo finanziavo al fine di contrattualizzare un docente di diritto costituzionale che potesse vagliare la costituzionalità dei decreti-legge. Eh sì, perché ci sono dei requisiti per poter firmare un decreto-legge, è la Costituzione che lo dice, e allora colui che firma ed emana questi decreti-legge deve ricordarsi che la penna con la quale firma la deve intingere nell'inchiostro della Costituzione. (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Ed invero, ed invece, l'attuale Presidente della Repubblica, che in realtà funge anche da Presidente del Consiglio dei ministri e forse anche da capo indiscusso del PD e del PdL, dovrebbe rileggersi questo libello, è proprio qui, glielo possiamo anche regalare (mostra copia della Costituzione) e capire che non siamo una monarchia costituzionale con a capo re Giorgio I, ma siamo in una Repubblica parlamentare…

Certo la critica è evidente, ma non sembra trascendere nell’insulto. La Boldrini però si inalbera subito  (applaudita dai gruppi di maggioranza, sempre più in sintonia)…

 PRESIDENTE. No, però lei non può parlare così del Presidente della Repubblica, lei lo sa questo. Ne abbiamo già discusso in altre occasioni.
(Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Popolo della Libertà, Scelta Civica per l'Italia).

Colletti cerca di difendere il suo diritto ad esprimere la propria opinione.

ANDREA COLLETTI. Perché no ? È scritto nella Costituzione: Repubblica parlamentare.

Niente da fare, la Boldrini fa un’affermazione che non ammette replica, anche se è una pura falsità.

PRESIDENTE. Sì, però lei sa che non può chiamare in ballo il Presidente della Repubblica e anche questo fa parte del Regolamento.

Insomma, secondo la Boldrini il Regolamento affermerebbe che il Presidente della Repubblica non possa essere “tirato in ballo”. Non è scritto da nessuna parte sul regolamento e qualcuno dovrebbe informarla. Colletti prova a continuare, affermando che non lo nominerà più…

ANDREA COLLETTI. Allora non lo chiamerò.

PRESIDENTE. D'accordo, la ringrazio di questa cortesia.

ANGELO CERA. Non è cortesia !

(L’appello alla correttezza istituzionale è di Angelo Cera, il gentiluomo che qualche settimana prima aveva apostrofato con “Coglione“, “mezzo coglione”, “paraculo“, “ti do un pugno che ti ammazzo“. un altro deputato del Movimento cinque stelle.)


ANDREA COLLETTI. Allora non lo chiamerò, dirò l'innominabile.
(Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia)

ANDREA COLLETTI. E noi rimarremo qui giorno e notte per .....
(Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia)

Probabilmente condizionata dalle proteste dei deputati PD la Boldrini censura nuovamente Colletti, reo, a questo punto, solo di un riferimento al presidente della Repubblica.

PRESIDENTE. Lo abbiamo già richiamato. Ho già richiamato il collega Colletti a non tirare in ballo il Presidente della Repubblica, l'ho esortato a non farlo. Prego continui.

Colletti però prosegue…

ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente. Ed allora, invece di fare ogni tanto un monito con il ditino alzato, l'innominato, dovrebbe ogni tanto anche guardarsi allo specchio e ricordo....(Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civila per l'Italia)

Nuovo richiamo della Boldrini che minaccia di levargli la parola…

PRESIDENTE. Se lei continua io sono costretta a toglierle la parola

Colletti si scusa e prosegue, pur esprimendo le proprie perplessità…

ANDREA COLLETTI. Mi perdoni, non ho nominato nessuno (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia), mi scusi non ho nominato nessuno, ho solo citato un libro che dovrebbe conoscere, un personaggio delle favole, quasi. Ad ogni modo non lo nominerò più, non si preoccupi, non so neanche chi sto nominando in realtà, quindi non posso nominare chi non ho nominato......

Ancora la Boldrini lo invita ad usare un modo “appropriato”:

PRESIDENTE. Continui in un modo appropriato

Colletti dunque prosegue il proprio intervento

ANDREA COLLETTI. Ebbene, già nel marzo 2012, ho letto un richiamo al precedente Governo all'uso della fiducia solo per giustificabile necessità per tutelare le prerogative del Parlamento ed ha assicurato una stretta sorveglianza dei presupposti per l'emanazione di ulteriori decreti-legge.
(Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)
Ora forse dovremmo far rileggere queste dichiarazioni a tutta l'Aula ma anche a tutte le Istituzioni. E qui mi richiamo a un'altra citazione: «siamo ormai al Governo che espropria il Parlamento, compresa la sua maggioranza, così non si può andare avanti, in pratica siamo al sostanziale commissariamento del Governo e del Parlamento» lo dice l'illustre esponente democratico Gianclaudio Bressa, non noi. E quindi questo commissariamento va bene quando c’è un vostro Governo e va male quando c’è un Governo degli altri ? Questa si chiama ipocrisia istituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Allora, noi siamo qui, da quarantott'ore, forse di più, saremo qui anche dopo per tutelare anche i parlamentari della maggioranza affinché si rendano conto che possono anche non essere solo dei meri passacarte, altrimenti che ci stanno a fare qui ?

La Boldrini proprio non vuole sentire critiche alla maggioranza e interrompe nuovamente Colletti, stavolta senza nemmeno appellarsi a qualche norma regolamentare. Diciamo che trova semplicemente di cattivo gusto criticare i parlamentari di maggioranza. Non sta bene. Non è elegante.

PRESIDENTE. Però perché bisogna sempre passare per questo tipo di considerazioni ? I parlamentari sono qui per svolgere le loro funzioni, ognuno in un modo che ritiene opportuno, d'accordo ? Ognuno nel proprio modo, non c’è bisogno sempre di sottendere...

Colletti stavolta proprio non ci sta…

ANDREA COLLETTI. Mi perdoni Presidente, ma non si può criticare in questa Aula, a quanto pare?

PRESIDENTE. Si , ma...

ANDREA COLLETTI. E allora mi faccia criticare...

PRESIDENTE. Si, però sono ore e ore di critiche in questo senso. La prego.

A quanto pare è un problema quantitativo, cinque, dieci minuti di critica, va bene, ma qualche ora proprio no…

ANDREA COLLETTI. E ce le meritiamo tutte le critiche !

PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciamo concludere. Prego, vada avanti e si astenga per quanto possibile da questo tipo di considerazioni.

Alla fine, bontà sua, concede a Colletti la possibilità di concludere, esortandolo, però, “ad astenersi da quel tipo di considerazioni”… quale tipo, di grazia?

Lascio, senza ulteriori commenti, il resto dell’intervento di Colletti, molto disturbato dai deputati della maggioranza, nei confronti dei quali la Boldrini è molto più tollerante e si limita solo ad un “la prego” verso il più intemperante dei contestatori… Non credo serva aggiungere altro.

ANDREA COLLETTI. Dalle critiche non mi posso astenere e neanche dalle considerazioni, visto che siamo qui per questo, per fare le nostre considerazioni e valutazioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Ebbene, porre la questione di fiducia è la dimostrazione della divisione di questa maggioranza. Forse i colleghi del Partito Democratico dovrebbero pensare meno al congresso e di più al bene del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore lasciatelo concludere. Colleghi, per favore, comportatevi in un modo adeguato a quest'Aula (Il deputato Fiano si avvicina ai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Onorevole Fiano, la prego, la prego, ritorni...

EMANUELE FIANO. Se me lo dice lei, si.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fiano. Colleghi, per favore, abbiate la compiacenza (Commenti)... Non è un bello spettacolo, posso assicurarvi. Basta ! Basta ! D'accordo, basta !

ANGELO CERA. Presidente, lei è inadeguata !

PRESIDENTE. La richiamo all'ordine, onorevole Cera ! Cera, la richiamo all'ordine ! Si contenga ! Siamo alle dichiarazioni di voto, adesso, è in corso una dichiarazione di voto, può continuare per favore ? Continui !

ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, vi prego, lasciamo continuare l'intervento.

ANDREA COLLETTI. Dopo questo indecente teatrino, spero di avere il tempo che mi è stato sottratto da alcune «lievi» proteste (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Allora, possiamo lasciare continuare ? Prego, vada avanti.

ANDREA COLLETTI. Ebbene, ho una proposta da fare al Governo. Che il Governo magari, anche con dei decreti-legge, pensi forse a fare un decreto-legge sul congresso del PD o di Forza Italia 2.0 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) e faccia meno decreti-legge per il Paese, visto che ogni volta che fa un decreto-legge fa solo danni.
Ed ora, anche collegato al nostro comportamento qui sul decreto del fare al nostro ostruzionismo (o «costruzionismo»), vorrei dire che, se davvero credete che potete modificare la Costituzione a vostro uso, abuso e consumo, allora forse non avete capito che noi saremo qui, giorno e notte, a difendere la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
E la forza di essere qui ogni giorno a lottare per la nostra Carta costituzionale e per la nostra Repubblica (Commenti) ci è data dal fatto che lottiamo per una causa giusta, perché ci mettiamo passione nelle cose che facciamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Non ci fermeremo e non indietreggeremo mai per il bene del Paese, della collettività e della Repubblica italiana (Commenti) !

E per ultimo vorrei dire: caro Matteo, vinciamo noi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !


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