8 gennaio 2013

Non chiamatelo conflitto di interessi


In un mio post sulle “giunte a geometria variabile" criticavo l’assoluta mancanza di trasparenza di un’amministrazione in cui un assessore si dimette senza che nessuno lo venga a sapere. Poco dopo la pubblicazione ho ricevuto risposta proprio dall’interessato, il dimissionario Mirko Ulsi, che ha tenuto a precisare che “la lettera di dimissioni è stata presentata da me negli uffici preposti e messi al corrente di tutto chi di dovere”. La visione della democrazia sembra la stessa di Alfredo Galli. L’unico referente è il “sindaco-padrone” e Mirko Ulsi non si è sentito in dovere di comunicare ai cittadini la sua scelta e le sue ragioni. Spero che Mirko sia in buona fede - e forse per questo ha comunque preferito dimettersi - ma vorrei che fosse chiaro che in questo caso, oltre alla dignità politica di una persona e al rispetto della cittadinanza, sono in gioco questioni assai delicate. Se Alfredo Galli torna a gestire in prima persona anche formalmente (di fatto è sempre stato così) una materia importante e delicata come l’urbanistica, si evidenzia ancora di più il macroscopico e scandaloso conflitto di interessi che, per compiacere costruttori e speculatori, sta sistematicamente trasfigurando Labico. Del resto, ormai, non deve essere facile, neppure per Galli, trovare qualcuno sufficientemente ingenuo da prendere una finta delega su una materia nella quale le decisioni si prendono altrove.

Nessun commento:

Posta un commento

Alle colonne d'Ercole

Alle colonne d'Ercole
La mia ultima avventura