1 ottobre 2012

Dalle parte dei pendolari. Forse.



Galli sembra proprio vivere sulle nuvole. Sottoscrive una dichiarazione con cui sembra voler prendere a cuore i problemi dei pendolari della tratta Roma-Cassino e si impegna a chiedere un intervento immediato per porre fine ai disagi di chi viaggia in treno.  Ma come mai questo interessamento di Galli al problema? Tutto sembra nascere da un articolo, nel quale chi scrive esprime perplessità sulla riorganizzazione della giunta della Regione Lazio (sostenuta da Galli alle regionali), senza nemmeno considerare che “quella giunta” è stata appena cancellata da un imbarazzante scandalo sull’uso improprio delle risorse pubbliche. L’articolo, in seguito, descrive i problemi vissuti dai pendolari sulla propria pelle. Peccato che l’unico interlocutore interpellato sia una persona la cui mobilità, da oltre vent’anni, è limitata ad un percorso col proprio SUV tra il parcheggio dell’abitazione ed il parcheggio pubblico che si è riservato, sottraendolo permanentemente alla collettività. Dubito che Galli sappia davvero cosa significhi viaggiare in treno e vivere i disagi delle migliaia di pendolari dell’hinterland romano e mi chiedo a che titolo venga consultato. Purtroppo il nuovo paladino dei pendolari (cit.) non si rende neppure conto che l’inadeguatezza delle infrastrutture del servizio di trasporto pubblico dipende, in buona parte, da due fattori. Il primo - di cui lui, come amministratore, ha una responsabilità enorme - è l’espansione urbanistica, insana e bulimica, che ha portato ad un incontrollato aumento demografico di buona parte dell’hinterland romano, senza che chi programmava piani regolatori per soddisfare i portafogli dei costruttori si preoccupasse di adeguare (o fare adeguare) infrastrutture e servizi in virtù del nuovo carico antropico (trasporto pubblico, servizi, scuole, uffici, assistenza). Il secondo è una politica infrastrutturale che continua ad inseguire modelli di sviluppo basati sull’asfalto e sugli investimenti in grandi opere pubbliche, che lo stesso Galli sostiene convintamente, senza pensare che per alimentare quel modello di sviluppo si sottraggono risorse proprio a quei pendolari che lui dichiara di voler difendere. Delle due l’una o l’ipocrisia di Alfredo Galli è da Guinness dei primati oppure non ha nemmeno la più pallida idea di come funziona il mondo al di là dei propri confini comunali. Sarebbe il caso che ne uscisse, di tanto in tanto, per rendersene conto. Magari prendendo sul serio un treno di pendolari. Così, per sfizio.

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