1 marzo 2012

Viva la privacy


Onore al merito. Il primo fine umorista a sfruttare l’argomento era stato Giorgio Scaccia, colui che, per la cronaca, sedeva nei banchi dell’opposizione quando Nello era assessore nella giunta guidata da Alfredo Galli. Scaccia fu autore di una memorabile battuta in replica alla nostra richiesta sul motivo per cui – ad avviso della sua maggioranza – non era possibile fare registrazioni (audio o video) dei consigli comunali. “Per la legge sulla privacy”. Fu la sua esilarante risposta. Pochi secondi dopo le risate si sentivano dalla Casilina e un paio di camionisti si fermarono per capire cosa stesse succedendo. Qualcuno dei presenti, con le lacrime agli occhi, riferì l’ineguagliabile trovata comica. Si narra che, ancora adesso, la battuta si diffonda attraverso le onde radio dei baracchini degli autotrasportatori.
Ovviamente se una cosa funziona, merita di essere riutilizzata, rielaborata, riciclata (termine ambivalente, ma in questo caso la connotazione è positiva). E a farlo ci ha pensato proprio Nello, il quale è responsabile (in solido) di aver negato gli elenchi dei partecipanti alle primarie a chi, guarda caso, a quelle primarie aveva concorso. Non entro neppure nel merito delle patetiche motivazioni addotte per giustificare questo comportamento. Prendo atto, però, di un paio di questioni. Qualora ce ne fosse bisogno, questo episodio ha dimostrato che Nello sia convinto di essere diventato il padrone di un progetto politico. Padrone al punto tale da poterlo persino snaturare e fare le scelte che vuole, senza considerare chi, quel progetto, l’ha fondato, promosso e costruito. La seconda questione riguarda due elementi fondamentali in quella che sarebbe dovuta essere l’alternativa (anche nel modo di fare politica): fiducia reciproca e clima sereno e accogliente. Purtroppo mancano entrambi e non ci sono né la voglia né l’intenzione di recuperarli. Anzi la sensazione è che i “nostalgici” del progetto originale siano considerati un intralcio per la nuova rotta disegnata da Nello, più pragmatica, più realista, più concorrenziale sui temi forti dell’amministrazione. Perché – e questo sarà il mantra delle prossime settimane – quello che conta è vincere. Gli ideali e i principi sono un’altra cosa e, come le parole, se li porta via il vento. Non quello del cambiamento. Quello della restaurazione.

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