26 novembre 2011

Intervista sul "Sabato settimanale", a cura di Alberto di Cola


Nome:  Tullio
Cognome: Berlenghi
Età: 48
Passione: Montagna
Hobby: Bicicletta, fotografia
Film Preferito: The Blues Brothers
Libro Preferito: La solitudine dei numeri primi
Piatto Preferito: Pizza, Spaghetti cacio e pepe

Tra qualche mese si tornerà alle urne per decidere chi sarà il nuovo Sindaco di Labico. Che voto da alla giunta Giordani? Perché?

Non classificato. E’ impossibile esprimere un giudizio nei confronti di chi non ha nemmeno provato ad interpretare il proprio ruolo. Il Sindaco è noto per la sua latitanza e la gestione è stata accentrata dal vicesindaco, il cui impegno principale è quello di favorire lo scempio del territorio e il degrado urbanistico. L’attività dei nostri amministratori si è distinta per l’approssimazione con cui si sono affrontati i problemi. A cominciare dalla scuola, il cui adeguamento strutturale – al di là del grottesco vezzo di inaugurare solennemente ogni tramezzo eretto - è in ritardo cronico rispetto all’incremento demografico determinato dalla continua espansione edilizia. Per non parlare della cultura, la grande assente della nostra piccola comunità, come dimostra la riapertura della biblioteca, per la quale sembra non siano bastati cinque anni, ma che già immagino verrà presentata al pubblico a ridosso delle prossime elezioni. Senza dimenticare l’urbanistica, con interi quartieri nati in attuazione del piano regolatore, ma spesso privi degli standard e dei servizi che la legge impone. E’ impensabile che nel terzo millennio ci siano amministratori così irresponsabili da permettere di edificare intere aree senza marciapiedi, parcheggi, spazi verdi e con impianti fognari non correttamente funzionanti. In questo quadro desolante non c’è da stupirsi se la maggioranza si sta progressivamente sbriciolando (ben tre consiglieri l’hanno abbandonata) e l’unico collante che la tiene insieme è la gestione del potere e la paura di perderlo.

Quale voto da, invece, al gruppo d’ opposizione a cui lei fa capo? Perché?

Noi abbiamo lavorato bene. Per la prima volta a Labico si è avuta una vera opposizione, che non è scesa a compromessi con la maggioranza e ha fatto uno straordinario lavoro sia in consiglio comunale, dove abbiamo dato vita ad un confronto serrato su ogni singolo provvedimento, sia all’esterno, garantendo a tutti i cittadini informazioni e chiarimenti su quello che avviene nel Palazzo. La nostra azione è stata caratterizzata da una eccellente collegialità e da un’ottima intesa all’interno del gruppo. Un ruolo fondamentale l’ha svolto Maurizio Spezzano, il quale ha saputo fondere il suo proverbiale impeto ad una grande capacità di approfondimento e di elaborazione, dando al gruppo un valore aggiunto difficilmente quantificabile. Abbiamo introdotto un nuovo metodo nella politica, mantenendo un filo diretto con tutti i cittadini, ai quali non bisogna rivolgersi solo pochi giorni o poche settimane prima delle votazioni, e garantendo sempre la massima trasparenza nel nostro lavoro di opposizione. Per questo ho voluto fortemente che i nostri preconsigli fossero sempre aperti a tutti i nostri simpatizzanti, in modo che le nostre scelte fossero sempre partecipate e condivise.

Il prossimo 18 Dicembre, per decidere chi sarà il candidato a Sindaco, il gruppo Cambiare e Vivere Labico ha indetto le primarie. Perché si è deciso, nel vostro gruppo di andare ad elezioni interne, e quali sono stati i motivi che l’hanno spinta a ricandidarsi?

Il motivo è che c’erano delle legittime aspirazioni di proporsi come leader di Cambiare e Vivere Labico. Con questa consapevolezza e nell’interesse del gruppo avevo proposto di affrontare il problema già lo scorso anno. Guidare una coalizione è una responsabilità importante e chi si propone per farlo dovrebbe, a mio avviso, assumere il prima possibile il ruolo e dimostrare sul campo le proprie capacità politiche e amministrative. Purtroppo si è preferito aspettare e, dopo un primo tentativo di individuare una candidatura che raccogliesse il consenso di tutti, abbiamo deciso di ricorrere allo strumento della democrazia, coinvolgendo proprio i nostri elettori. Io mi ricandido perché il progetto di cambiamento è nato esattamente cinque anni fa intorno alla mia figura e posso dire con orgoglio che è la prima volta (negli ultimi vent’anni) che un gruppo consiliare di opposizione rimane compatto per tutta la consiliatura e il suo capogruppo rimane coerentemente un convinto antagonista della politica di Galli e Giordani, sia nella forma, sia nella sostanza. Non è un caso che io sia l’unico esponente dell’opposizione ad essere stato oggetto di tutte le possibili forme di intimidazione da parte della maggioranza, sia con lo strumento della denuncia, sia con quello della querela, sia con la richiesta di 50mila euro di risarcimento danni da parte di Alfredo Galli per una presunta diffamazione.
Credo, quindi, di poter rappresentare, dopo l’innegabile impegno all’opposizione, ancora e meglio il progetto di cambiamento messo in campo per la prima volta nel 2007 e che oggi ha indubbiamente raggiunto la maturità e la credibilità necessarie per essere vincente.

In questi cinque anni Cambiare e Vivere Labico si è contraddistinto per essere un partito politico molto unito. Non pensa che queste elezioni primarie possano mettere in discussione questa vostra unione? E perché?

Cambiare e Vivere Labico non è un partito politico. E’ una lista civica che si aggregata intorno ad alcuni valori fondamentali per una comunità. Il nostro principale obiettivo è quello di avere una “buona amministrazione”, ossia un’amministrazione che anteponga i diritti dei cittadini e il bene della collettività ad interessi particolari.  Su questi valori l’unione e la coesione non sono mai stati messi in dubbio, e lo dimostra il fatto che, proprio in occasione delle primarie, abbiamo redatto una Carta, che ricalca i principali punti programmatici della nostra lista nonché, appunto, i nostri fondamentali valori e che invitiamo tutti i nostri sostenitori a sottoscrivere. No, non credo quindi che le primarie possano minare la stabilità e la solidità del nostro progetto, purché, ovviamente, il progetto in sé mantenga la sua identità.

In questi cinque anni di opposizione avete portato avanti molte battaglie politiche. In quale di queste ha creduto di più? E perché?

Di battaglie ne abbiamo fatte veramente tante. La prima è quella per la legalità, un valore di cui non bisogna vergognarsi e la cui affermazione permette alle persone di riappropriarsi della propria dignità di cittadini e di elettori, i quali devono esigere il riconoscimento dei propri diritti e non mendicare favori o concessioni. Poi abbiamo lottato per la trasparenza, la cui negazione è il terreno fertile per la diffusione delle più nefaste patologie amministrative. E, ancora, ci siamo battuti per la salvaguardia del nostro territorio, che è quello in cui vivranno i nostri figli e che non può continuare ad essere considerato merce di scambio per affari e speculazioni. Abbiamo quindi cercato di limitare i danni di una variante al piano regolatore che porterà altre centinaia di migliaia di metri cubi di cemento sul nostro paese e, soprattutto, siamo riusciti a fermare lo scellerato tentativo di trasformare ben 200 ettari del nostro territorio in un’enorme area industriale, la cui gestione sarebbe stata completamente sottratta al controllo dell’amministrazione e che, sulla carta, avrebbe potuto tranquillamente ospitare le più velenose ed inquinanti attività produttive. Il tutto a poche decine di metri da un importante quartiere di Labico, Colle Spina, che continua ad essere considerato la “Cenerentola” della nostra piccola comunità e che, per questa amministrazione, non è altro che un mero bacino di voti a cui ricorrere al momento opportuno.

Se riuscisse a vincere le primarie e, in un secondo momento, le amministrative, su quale punto si baserà principalmente il suo programma politico?

Prima di tutto mi piacerebbe dare un segnale di rinnovamento della politica. La politica deve essere intesa come servizio e non come occupazione di poltrone. Chi svolge un incarico da amministratore non deve avere alcun tipo di privilegio, come la medievale assegnazione di posti auto riservati per i membri della giunta (anche la domenica).  E poi vorrei vedere volti nuovi e preparati impegnarsi per il bene comune, a cominciare dalle donne, che molto spesso riescono a coniugare sensibilità e competenza, ma che provano un comprensibile disagio nelle oscure dinamiche di questa politica: la metà delle persone della mia eventuale lista saranno donne. Infine il mio sogno è quello di riuscire a trasformare Labico in un comune virtuoso. Per “virtuoso” intendo un comune che abbia a cuore la qualità della vita dei suoi abitanti, che si impegni per la tutela dell’ambiente, che ponga in primo piano la tutela dei beni comuni, che dia valore alla propria comunità attraverso interventi di carattere sociale e culturale. In un comune virtuoso la scuola deve essere una priorità, perché è con la qualità della formazione dei nostri ragazzi che disegniamo il nostro futuro. Nel comune virtuoso c’è bisogno di un pieno coinvolgimento della cittadinanza, perché alcune scelte – dagli interventi per la promozione delle energie rinnovabili, all’adozione di nuovi stili di vita e di consumo, alla concreta riduzione dei rifiuti – si attuano solo grazie ad una diffusa consapevolezza in tutti noi. Certo, è necessaria una drastica inversione di rotta rispetto al tentativo di Galli e Giordani di creare una grigia borgata a 40 chilometri da Roma, ma sarebbe una sfida affascinante e vincerla sarebbe un successo per tutti i cittadini.


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