Siamo
alla fine di un ciclo. Da adesso in poi ogni atto che verrà portato in
consiglio comunale sarà l’ultimo, della sua categoria, di questa consiliatura.
E ognuno di essi servirà a delineare una valutazione sull’operato
dell’amministrazione e, in una certa misura, anche dell’opposizione. Dalla
lunghezza dell’intervallo tra un consiglio comunale e l’altro – il record è
stato recentemente battuto con un’interruzione di tre mesi e mezzo (da giugno a
ottobre) – già ci si può fare un’idea delle difficoltà della maggioranza nel
prendere parte al più importante momento di partecipazione democratica e di
confronto: il consiglio comunale. Questo sia perché fondamentalmente allergici
sia alla partecipazione che alla democrazia, sia perché preoccupati dal
confronto con l’opposizione, che li ha sempre visti in enorme difficoltà. Basta
assistere ad un consiglio comunale per rendersene conto. E così è stato anche
negli ultimi due. Era passato talmente tanto tempo dal precedente che un
consiglio comunale non è bastato ad affrontare tutte le questioni che si erano
accumulate. Basta pensare che il primo punto all’ordine del giorno – il
rendiconto del bilancio 2010 – avrebbe dovuto essere approvato entro il 30
aprile 2011. E per l’approvazione del secondo punto – gli equilibri di bilancio
2011 – si è resa necessaria una diffida da parte del Prefetto a convocare il
consiglio comunale, per non correre il rischio – in caso di mancata
approvazione nei tempi indicati dall’organo prefettizio – di essere
commissariati.
Da
questi aspetti si capisce molto bene quale sia l’atteggiamento della nostra
amministrazione, il cui impegno e la cui solerzia sono ineguagliabili solo ed
esclusivamente quando si devono affrontare temi, come l’urbanistica, che
preludono alla devastazione speculativa del territorio. Per esaminare le
osservazioni alla variante al piano regolatore si riuniva il consiglio comunale
ogni settimana. In quel caso la conclusione dell’iter procedurale per
l’approvazione della variante aveva la priorità su tutto e la maggioranza era
letteralmente precettata. Altrettanto solerte è stata l’amministrazione quando
ci si doveva occupare di questioni che riguardavano direttamente il sindaco.
Come l’istituzione di una commissione ad hoc per garantirgli la possibilità di
organizzare “Caput Lucis” nel suo ristorante o l’organizzazione di una sagra
delle nocciole – con soldi pubblici – che sembrava una kermesse pubblicitaria
per la sua azienda.
Ovviamente
la solerzia e l’impegno vengono meno quando i problemi da affrontare riguardano
la collettività. In quel caso l’amministrazione diventa improvvisamente
distratta e assente e così abbiamo la zona dei cerchi in stato di abbandono da
oltre tre anni, la via Casilina senza illuminazione e con cantieri privi dei
requisiti di sicurezza per l’intera estate, la scuola pubblica piena di disagi
e problemi, aggravati dai tagli operati dalla giunta con l’ultimo bilancio, una
biblioteca inesistente, l’assoluta inadeguatezza di gran parte dei servizi per
la collettività e i mille altri problemi che i cittadini devono vivere ogni
giorno, nell’assoluta indifferenza dei nostri amministratori.
Un’indifferenza
che si è manifestata in modo inequivocabile proprio negli ultimi due consigli
comunali, al termine dei quali sindaco e vicesindaco sono fuggiti di fronte all’obbligo
che la legge impone loro di rispondere alle interrogazioni presentate dai
consiglieri di opposizione. In pratica sono rimaste inevase tutte le
interrogazioni del 2011, che vertono su argomenti di interesse dei cittadini e
della collettività. Purtroppo non c’è nulla da fare, né il sindaco, né il
vicesindaco hanno tempo da perdere per i propri concittadini, salvo andarli a
cercare per chiedere nuovamente il consenso convinti di poter continuare a
gestire il potere in questo modo plumbeo e clientelare, sempre nell’interesse
di pochi furbi e alla faccia di molti, spesso inconsapevoli. Quello che abbiamo
fatto in questi anni e quello che faremo nei prossimi mesi sarà di cercare di dare
a quei molti tutti gli strumenti necessari per garantire loro la massima
consapevolezza. Poi saranno loro, i
cittadini labicani, a scegliere se vorranno tenersi questi amministratori o se
vorranno, finalmente, aprire una pagina nuova – e pulita – nella politica
labicana.
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