30 agosto 2010

Riflessioni a margine…


Scenario dell’attuale maggioranza. Da una parte c’è il sindaco di fatto, ossia quello che prende le decisioni, affronta (e qualche volta persino risolve) i problemi e, insomma, gestisce il potere. Nel bene e nel male. Più nel male che nel bene a nostro avviso, ma svolge effettivamente un ruolo. Sia politico, sia istituzionale, sia amministrativo. Dall’altra parte c’è il sindaco di diritto. Quello scelto per la non ricandidabilità di Galli e che dava più garanzie, proprio per la sua apparente malleabilità. Uno da mettere lì in bella mostra, mentre le decisioni continuavano ad essere prese da altri, e da sostituire al termine del mandato. Qualcuno sostiene che ci fosse un vero e proprio accordo, ma poco importa. Poi c’è qualcun altro che avrebbe qualche segreta ambizione, ma forse non ha né le capacità, né il peso politico e tantomeno il coraggio per proporsi. E rimane lì, in attesa di tempi migliori pur con la consapevolezza che difficilmente arriveranno.
C’è chi sostiene che Giordani intenda correre per il secondo mandato, scombussolando i programmi di Galli, il quale però potrebbe preferire questa soluzione – in cui comunque continuerebbe a dettare legge – piuttosto che rischiare una frattura. Ovviamente nessuno si sbottona pubblicamente, ma è certo poco edificante che la coalizione che amministra il paese non abbia ufficialmente un leader. Un ruolo che nessuno dei consiglieri di maggioranza riconosce a Giordani, ma che – per pudore – non viene neppure attribuito a chi lo ricopre davvero, ossia Alfredo Galli. Si vivacchia così, in questa impalpabile ambiguità, senza un vero progetto politico, ma continuando a basare le proprie prospettive sulla mera sommatoria algebrica dei consensi dei singoli. Per quanto alcuni godano di un largo consenso non è detto che questo sia sufficiente. La mancanza di un progetto politico, la predilezione per le politiche speculative e finalizzate al soddisfacimento degli interessi di pochi, l’assenza di chiarezza, informazione e competenza potrebbero portare una parte dell’elettorato a fare una scelta diversa. Soprattutto se dalla parte opposta non troveranno queste dinamiche bottegaie, ma un progetto concreto e una proposta politica limpida e cristallina, e – soprattutto – un enorme lavoro svolto sia sul piano dell’elaborazione, sia sul piano della contrapposizione e che non si è limitato al contrasto delle scelte più devastanti, ma che ha anche dato un enorme contributo sul piano propositivo, candidandosi a pieno titolo come forza di governo, competente e responsabile.

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