5 luglio 2010

Dalle false denunce alle false querele…



Il tono del comunicato non lasciava spazio a dubbi. Si era raggiunto il colmo ed era necessario passare alle maniere forti. Piccato per un mio articolo - dove descrivevo il modo singolare in cui in un terreno agricolo ad uno che non sapeva distinguere una zappa da una vanga, era stata concessa la possibilità di realizzare due ville - il vicesindaco vergava un comunicato di fuoco in cui annunciava di aver depositato nelle mani dei carabinieri di Labico una bella denuncia nei miei confronti. Come a dire “a furia di scherzare col fuoco alla fine ti sei scottato e adesso sono cavoli tuoi”.
La mia unica preoccupazione era l’uso improprio del termine “denuncia”. Tecnicamente, infatti, il reato che mi contestava il vicesindaco appartiene alla categoria di quelli punibili a querela di parte. Chiamo dunque il comando dei carabinieri per chiedere se sia pervenuta la querela. Mi dicono di no. Il giorno dopo, infatti, a seguito della replica del gruppo consiliare che invitava il vicesindaco a querelare tutta l’opposizione, il comunicato non faceva più riferimento ad una denuncia già presentata, ma a qualcosa in fase di preparazione. Da allora non ho avuto più nessuna notizia. Della querela-denuncia non c’è traccia. Eppure gli strali che accompagnavano l’annuncio facevano riferimento proprio a presunte “false denunce” da parte dell’opposizione. L’unica denuncia falsa al momento pare sia proprio la sua. Peccato. Mi sarebbe piaciuto spiegare ad un giudice le mie perplessità sull’iter con cui un sindaco veniva beneficiato dall’amministrazione da lui guidata di un permesso di costruire in piena zona agricola. Probabilmente avrà pensato le stesse cose anche lui e avrà deciso di soprassedere. Ora, purtroppo, non fa più in tempo a querelarmi per quell’articolo, visto che la legge concede 90 giorni di tempo, trascorsi i quali l’interessato perde la possibilità di far valere in giudizio le proprie ragioni. Avrebbe fatto migliore figura a far finta di niente. Invece si è molto arrabbiato, ha fatto la voce grossa, ha strepitato, ha minacciato e poi, visto che l’azione intimidatoria non sortiva alcun effetto, si è prodotto in una poco onorevole ritirata. In pratica il suo era un clamoroso bluff. Certo se l’obiettivo era quello di fugare i dubbi sulla regolarità della sua bella villetta in zona agricola non è riuscito al meglio e potrebbero essere molti quelli che, passando da Valle Fredda, penseranno a quanto possa essere vantaggioso fare il sindaco nel nostro paese.

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