21 giugno 2007

Giunta Giordani: più deleghe per tutti

Il primo passo ufficiale della Giunta Giordani nasce applicando rigorosamente il celeberrimo manuale Cencelli, in materia di spartizione di incarichi e poteri in una coalizione il cui principale collante non è certo la condivisione di un progetto politico, ma l’aspirazione a gestire un po’ della cosa pubblica e non necessariamente per fini degni di lode. Nasce così – a memoria d’uomo – la prima maggioranza in cui vi è una perfetta rispondenza tra ruolo di rappresentanza istituzionale (gli eletti) e ruolo di “governo” (giunta e consiglieri delegati). E’ come se – mutatis mutandis – un governo nominasse ministri e sottosegretari tutti i parlamentari eletti, in modo da poter dare ad ognuno quel contentino che in politica, si sa, rinvigorisce e rinsalda alleanze e coalizioni.
Certo il contentino della delega ad un consigliere comunale è davvero poca cosa e l’inflazione di attribuzione di competenze a cui ha dato vita Giordani comporta un inevitabile svilimento del ruolo di consigliere delegato. Ma cerchiamo di analizzare il quadro complessivo emerso dalla distribuzione di incarichi e cerchiamo di caprine – qualora ce ne fosse una – la ratio.
Comprensibilmente le materie giudicate di maggiore importanza, secondo la sensibilità politica dell’attuale maggioranza, sono state affidate agli assessorati. L’urbanistica è stata affidata a Remo Di Stefano, ma, per bilanciarne il potere, la competenza sui lavori pubblici (parte integrante dell’urbanistica nei piccoli paesi) viene affidata all’ex sindaco Alfredo Galli, al quale viene inoltre affidata con grande creatività la competenza sul progetto “Eiffel”. Attribuzione davvero singolare. E’ come dire che Di Pietro è ministro dei lavori pubblici e, che so, dell’adeguamento della Salerno-Reggio Calabria. Un nonsenso amministrativo. Altra materia di competenza dell’ex sindaco è quella sull’attuazione dei patti territoriali. Guarda caso. Da sindaco ha autorizzato un “patto territoriale” esattamente a casa sua, ovviamente in deroga agli strumenti urbanistici. E adesso, da vicesindaco e assessore (ai patti territoriali per l’appunto), si occuperà di curarne la concreta realizzazione. Non dubitiamo che assolverà all’incarico col massimo impegno. Al funambolo della politica locale, al secolo Giorgio Scaccia, l’incarico di tenere la contabilità comunale e di occuparsi degli affari sociali. Una delega che potremmo definire “pizza e fichi” per l’omogeneità delle competenze, ma anche in questo caso le doti acrobatiche del responsabile fanno pensare ad un’ottima scelta. Sull’assessorato di Prestipino nulla da eccepire: nulla di più logico di unire le competenze su attività produttive e Colle Spina nello stesso assessorato, tenuto conto del fatto che la zona industriale si farà esattamente a Colle Spina, come da variante al PRG adottata dalla maggioranza di cui Prestipino fa parte, con buona pace di chi in quel quartiere ci abita.
Sulle deleghe è apprezzabile lo sforzo di fantasia per trovarne un congruo numero. Scuola e cultura sono ovviamente ai primi posti nei pensieri dei nostri amministratori e in qualche caso servono per indorare la pillola della mancata assegnazione di un assessorato “vero”, ma i maldipancia passano in fretta e ci si adegua senza troppa fatica alle direttive superiori. Per quanto riguarda le “briciole” merita una riflessione lo spezzettamento tra ben tre consiglieri di competenze riguardanti la tutela del territorio: sicurezza del territorio (e non è dato sapere sotto quale profilo), tutela dell’ambiente e protezione civile. Non solo quindi la più ampia categoria della tutela del territorio è considerata di rango inferiore, ma le sue competenze vengono spalmate in modo tale da perderne ogni logica gestionale e di coordinamento. Davvero un ottimo inizio.

Tullio Berlenghi

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