30 gennaio 2009

“Forse non tutti sanno che”: la vicenda Eiffel, i retroscena e i documenti scomparsi

Si è molto parlato della vicenda “Eiffel”. I toni tripudianti di alcuni amministratori farebbero pensare ad un’opportunità irripetibile per il nostro piccolo comune. D’altra parte però si registrano molte perplessità.
Prima di entrare nell’ambito delle opinioni (la struttura è veramente di Eiffel? Davvero verranno migliaia di persone ogni giorno a vederla? C’è il rischio di speculazioni?) appare opportuno dare un quadro chiaro della situazione in modo che ognuno possa farsi un’idea sulla base dei “fatti”. Procediamo quindi con ordine.
Tutto ha inizio nel 2003, quando il sig. Aldo Romano, recatosi a Lima per motivi di lavoro, decide di acquistare la struttura dismessa di un vecchio mercato della città e di portarla in Italia. Dichiara di aver sostenuto 300mila euro di spese per l’operazione. Non è dato sapere per quale ragione proprio il comune di Labico diventi il referente privilegiato del sig. Romano. Qual è il legame tra il sig. Romano e il comune di Labico? Sembra che sia il collega di lavoro di uno dei personaggi più vicini all’amministrazione comunale e questo, evidentemente, è motivo sufficiente di garanzia. Fatto sta che il 3 dicembre 2003 la struttura viene depositata in un magazzino di proprietà dell’allora vicesindaco, Andrea Giordani.
A questo punto ha inizio una campagna di stampa a sostegno dell’operazione.
In molti giornali si parla dell’ “Eiffel ritrovata” e sembrerebbe che in molti siano interessati alla struttura. Il comune di Labico ritiene che l’occasione sia irrinunciabile e decide, con un atto di indirizzo approvato il 23 dicembre 2004, di procedere all’acquisto della struttura, dando mandato al sindaco di reperire i fondi necessari. Negli atti e negli interventi in consiglio non si parla di una “proposta di partenariato” formulata da Arte & Sponsor appena due giorni prima (prot. n. 7823 del 21 dicembre 2004), che, per la sua rilevanza, avrebbe dovu to essere posta all’esame dei consiglieri comunali.
Questa è la prima anomalia. L’unico a certificare per iscritto l’autenticità dell’opera è, al momento, proprio il sig. Romano, parte in causa della compravendita e la cui competenza in materia è ignota ai più.
Un intervento qualificato in favore dell’autenticità dell’opera è svolto dall’arch. Pasanisi, chiamato ad esprimersi durante la seduta del consiglio comunale.
A gennaio 2005 il comune dà mandato ad alcuni professionisti per avviare un’indagine sull’autenticità dell’opera. Indagine per la quale si chiedono tempi molto stretti. In tutto vi sono tre relazioni: quella del sunnominato arch. Pasanisi che attribuisce senza ombra di dubbio l’opera a Gustave Eiffel, quella della soprintendenza ai beni architettonici e per il paesaggio del Ministero dei beni culturali, che non prende posizione e si limita ad attribuire al manufatto una “valenza storico-artistica”, “in attesa di ulteriori indagini”, e quella della società archeologica “Il Betilo” - voluta dall’allora assessore alla cultura, Nello Tulli - svolta in modo molto rigoroso, che esprime una forte perplessità, anche in virtù del fatto che l’opera non è citata nell’unica banca dati ufficiale delle opere di Eiffel, curata dall’omonima fondazione (www.gustaveeiffel.com).
Nonostante un quadro di profonda incertezza l’amministrazione decide di procedere e di approvare, con una deliberazione di giunta, un contratto preliminare per l’acquisto della struttura (delibera n. 7 del 28 gennaio 2005). La delibera prevede inoltre la costituzione di una società mista pubblico-privata (di cui non vi sarà più traccia negli atti successivi) .
Il 28 aprile 2005 l’amministrazione porta in consiglio due atti: l’accettazione di una liberalità da parte di un soggetto privato per l’acquisto del manufatto Eiffel e la sottoscrizione di un protocollo di intesa tra il privato e il comune per la realizzazione di un “Polo Artistico Integrato” (Città dell’Arte).
Il 29 aprile 2005 il protocollo d’intesa viene sottoscritto dal rappresentante legale del Comune e dal rappresentante legale della società Arte & Sponsor. Il Consiglio comunale non ha quindi ratificato il contratto tra le due controparti, ma si è limitato a dare un impulso politico a favore della stipula della convenzione. Questa lettura dell’atto, che perde quindi molta della sua rilevanza giuridica, è confermata dalla mancanza sia del parere tecnico, che del parere contabile, al cui posto si legge la dicitura “atto di indirizzo”.
Salta quindi la società mista e si avvia un protocollo tra il comune e la società “Arte & Sponsor” di Alberico Costantini. Quali sono i punti salienti di questo protocollo? Quali sono gli impegni dei due contraenti? Vediamoli con attenzione: Obiettivi: a) realizzazione di un polo di commercializzazione di oggetti d’arte (3 ettari); b) realizzazione di un polo dedicato al commercio e allo svago (6 ettari); c) realizzazione di un polo fieristico congressuale ricettivo (3 ettari).
Impegni dei contraenti Comune di Labico: scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria; concessione d’uso e sfruttamento del padiglione Eiffel per 77 anni; attuazione di quanto necessario per l’edificazione secondo il progetto presentato (probabilmente si intende la variante urbanistica); sollecito rilascio di tutti i permessi necessari.
In caso di inottemperanza, trascorsi cinque anni, la società potrà recedere e chiedere il rimborso delle spese sostenute.
Arte & Sponsor: acquisizione della proprietà e/o disponibilità delle aree preventivamente rispetto all’approvazione dello strumento urbanistico necessario per la realizzazione dell’iniziativa. Realizzazione dello studio di fattibilità e del progetto definitivo. Promozione, sviluppo, realizzazione e gestione del Polo artistico integrato. Destinazione di circa un ettaro della zona a parco pubblico con modalità da definire.
Inoltre entrambi i contraenti avrebbero dovuto: concordare e stipulare gli accordi attuativi entro 30 giorni; nei successivi 30 giorni la società avrebbe dovuto presentare un piano urbanistico di insieme delle tre iniziative (a, b, c).
Il 16 maggio 2005 si fa riferimento ad una parcella per una consulenza di Nicola Buonfiglio. Agli atti non risulta.
Il 15 luglio 2005 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra Arte & Sponsor, il Comune e la sovrintendenza per i beni architettonici e del paesaggio del Lazio per lo sviluppo del progetto. L’accordo avrebbe dovuto essere ratificato dagli organi deliberanti entro 60 giorni e nei 60 giorni successivi bisognava stipulare gli accordi convenzionali. Di tutto questo non c’è traccia.
Tra gli atti del comune c’è uno studio di fattibilità (privo di data) redatto dalla società Arte & Sponsor, che il rappresentante legale della società, Alberico Costantini, ha dichiarato “superato” durante l’audizione del 12 gennaio 2009.
L'8 aprile 2006 c'è una comunicazione del prof. Carlo Pascasio dell'associazione per il disegno industriale (prot. n. 2643). Neanche questa comunicazione è stata inserita tra gli atti.
La variante al piano regolatore fa un sintetico riferimento al progetto al punto 7 dell’articolo 26 delle norme tecniche, in cui si dichiara che il verde pubblico attrezzato individuato in località “Le Foche” è destinato alla realizzazione del parco denominato “Città dell’arte”. Le dimensioni dell’area sono però molto minori di quanto stabilito nella convenzione.
La variante è stata adottata il 31 gennaio 2007.
Per molti mesi nessuno si è preoccupato della questione, nonostante alcuni amministratori siano andati alla fiera del turismo a presentare un progetto in proposito. Progetto di cui però nulla è stato messo agli atti del Comune. Dal registro dei protocolli però risulta che Il 13 marzo 2008 veniva presentato il preventivo delle stampe da Studio Iurato (prot. n. 1573). Non è dato conoscerne il costo. Solo nell’estate del 2008 cominciano a circolare voci sulla necessità di una modifica al piano. La zona “verde pubblico attrezzato” non va bene per il progetto.
E’ necessario trasformare l’area in zona commerciale. Vi provvede l’ufficio tecnico con una propria “osservazione” (la n. 103), protocollata ad aprile 2007, ma formulata materialmente nel 2008.
L’avvenuta costituzione delle commissioni permanenti rende necessario l’esame dell’osservazione da parte della commissione urbanistica.
L’opposizione chiede maggiori chiarimenti sulla vicenda. Si scopre che l’individuazione di due ettari da destinare alle strutture scolastiche fanno parte di un accordo verbale tra l’amministrazione e i proprietari del terreno destinato alla Città dell’Arte. L’anomalia della procedura spinge l’opposizione a chiedere l’audizione dei soggetti interessati .
Nella seduta del 12 gennaio 2009 vengono sentiti separatamente i proprietari del terreno e il rappresentante legale di Arte & Sponsor. I proprietari affermano di essere stati contattati dagli amministratori per la realizzazione del progetto Eiffel. Confermano l’esistenza di un accordo verbale che prevede la cessione gratuita del terreno destinato alle infrastrutture scolastiche in cambio dell’inserimento di altri lotti in zone RS e G nella variante al prg. Durante l’audizione viene chiesto agli interessati se sono disposti a formalizzare l’accordo in forma legale. La risposta è stata che devono prima consultarsi con gli altri proprietari e con i propri consulenti. Hanno affermato di non avere ancora venduto l’area destinata al progetto Eiffel, ma di avere solamente sottoscritto un “compromesso”.
Il rappresentante legale di Arte & Sponsor, Alberico Costantini, ha affermato che il progetto agli atti del comune è ormai superato e che il nuovo progetto è stato presentato alla BIT di Milano insieme al Sindaco (non si ha traccia di questo) e lascia copia del CD e del depliant di presentazione del progetto, ha illustrato un progetto di riorganizzazione dell’area (predisposto dall’arch. Pasanisi, di cui non ha lasciato copia), ha affermato di essere in possesso di un accordo non rescindibile per l’acquisto del terreno (di cui non ha lasciato copia), ha dichiarato che intende avvalersi della possibilità di chiedere il risarcimento danni in caso di inadempimento da parte del comune. I consiglieri di minoranza chiedono se vi sia altra documentazione in merito al progetto Eiffel, senza ottenere alcuna risposta .
Nella seduta del 19 gennaio 2009 il sindaco e il vicesindaco fanno una breve relazione sull’incontro con il consulente legale del Comune.
Stanno predisponendo un accordo scritto per la cessione gratuita del terreno destinato alle strutture scolastiche. Galli afferma che la convenzione si può rivedere in alcuni punti, mentre Giordani sostiene che la convenzione non può essere modificata. Il legale ha formulato le proprie valutazioni senza leggere la convenzione (non l’avevano portata), ma Giordani si affretta a chiarire che l’avvocato conosce benissimo la convenzione. Ovviamente non c’è una dichiarazione scritta dell’insigne avvocato riguardo alla convenzione. Gli esponenti della minoranza rilevano i numerosi impegni previsti dalla convenzione non mantenuti e sottolineano che vi sono tali e tanti inadempimenti da poter chiedere la risoluzione unilaterale del contratto .
In pratica sui punti emersi durante la seduta del 12 gennaio non viene fatto alcun chiarimento e rimangono molti aspetti incerti e fumosi. La discussione si protrae a lungo e i due esponenti della minoranza affermano che, a loro avviso, non si possa procedere all’esame dell’osservazione in consiglio fino a quando non si potrà avere un quadro più chiaro della situazione. Gli atti messi a disposizione dei consiglieri non consentono di dare un’adeguata valutazione e chiedono se non vi siano altri documenti in merito. Il rischio è che si faccia un’operazione che danneggi fortemente gli interessi pubblici. Il presidente ritiene comunque che non vi siano ragioni per attendere ancora e conferma il proposito di portare l’osservazione n. 103 in Consiglio comunale, senza però chiedere la commissione si pronunci in tal senso. Nulla di quanto era stato chiesto dall’opposizione nella seduta precedente viene portato a termine. In dettaglio non viene sottoscritto alcun accordo di cessione della zona delle strutture scolastiche, rinviando la redazione dell’atto ad un momento successivo e confidando su nuovi colloqui intercorsi tra alcuni esponenti della maggioranza e i proprietari. Non viene in alcun modo presa in considerazione l’ipotesi di rivedere la convenzione, neppure per quanto concerne la cessione gratuita dell’ettaro da destinare a verde pubblico, la cui formulazione attuale non appare sufficientemente chiara per gli esponenti della minoranza. Va segnalato che agli atti manca tutta la documentazione relativa ad una richiesta di prestito formulata in data 14 febbraio 2005 e che risulta essere stata concessa ed utilizzata in difformità per altri interventi.

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