15 novembre 2008

Consiglio dell’11 novembre: CAL, verbali e (ancora) osservazioni

Consiglio inusuale questa settimana. Convocazione di martedì, imposta dalla Regione Lazio per l’elezione dei membri del Consiglio delle Autonomie Locali. Con l’occasione si inseriscono all’odg alcuni dei verbali relativi alle famigerate sedute estive sulle osservazioni alla variante al PRG e tre delle rimanenti osservazioni.
All’inizio della seduta prendo la parola per segnalare una grave irregolarità amministrativa commessa sul bando del centro infanzia, emanato in violazione del Testo Unico sulle Autonomie Locali. A volte la fretta è davvero una cattiva consigliera e porta a commettere delle disastrose leggerezze. Se qualcuno aveva il sospetto che i beneficiari della delibera fossero già stati in qualche modo individuati troverà, nel modus operandi degli amministratori, ulteriori elementi di perplessità. Uno degli elementi importanti di un bando sociale è quello della sua massima conoscibilità. Lo stesso sindaco aveva dichiarato nel consiglio comunale precedente. “Già stasera ci sarà il bando on line”. In realtà il bando sul sito non c’era neppure dieci giorni dopo. L’unica forma di pubblicità erano i quattro manifesti affissi nella zona del centro. Il resto della popolazione labicana si arrangi.
Il Sindaco prende comunque atto dell’irregolarità e si impegna a risolvere la questione (che significa annullare il bando e riproporlo nei termini di legge).
La votazione del Consiglio delle autonomie locali si svolge senza problemi. Per la cronaca la lista di destra prende 8 voti, quella di centro 1 voto e quella di centrosinistra 5 voti.
Si passa all’esame dei verbali. Io avevo inviato un corposo pacchetto di modifiche ed integrazioni, che non c’era stato il tempo di inserire. Si decide pertanto di rinviare l’approvazione alla seduta successiva.
Si passa quindi alle osservazioni. Una riguarda la viabilità di una zona che è stata trasformata in zona ad alta densità abitativa. Sarà la quarta volta che torna in consiglio, ma il problema è sempre lo stesso: dove si fa passare la strada tenendo conto della presenza di un’area boschiva (una delle poche sopravvissute alla smania cementizia di Galli e Giordani) e di una morfologia del terreno non proprio adatta? Tutti a chiedersi dove si fa passare la strada, ma nessuno (della maggioranza almeno) che si faccia venire il dubbio che il problema non è la strada, ma il fatto di creare le condizioni perché la strada diventi necessaria. Se la zona è inadatta ad una massiccia edificazione forse sarebbe più opportuno costruire meno case, di una tipologia meno invasiva, riducendo così le esigenze di viabilità. Niente da fare. A quanto pare una volta che si individua una zona (e si scatenano interessi ed appetiti) è impossibile tornare indietro, anche quando sarebbe la scelta più ragionevole. Alla fine si decide di rinviare ancora una volta con l’impegno di un ulteriore sopralluogo.
La seconda osservazione era stata ritirata per ben due volte perché noi avevamo chiesto che venisse fatta chiarezza su alcune affermazioni dell’interessato, che facevano pensare che fossero state commesse delle irregolarità di carattere urbanistico ai suoi danni. Questa volta Sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico hanno affermato che non c’erano state irregolarità. Chiedo comunque l’inserimento di tutta la documentazione necessaria.
L’ultimo punto era stato discusso almeno altre tre volte.
E ogni volta un’imbarazzatissima amministrazione si era ritrovata a dover ritirare l’osservazione per una palese inconsistenza delle motivazioni per le quali intendevano bocciarla. In pratica l’osservante chiedeva che una parte del proprio territorio venisse destinata a zona turisticoricettiva.
Tipologia che nella variante al piano regolatore si trovava solo ed esclusivamente nei terreni di proprietà del Sindaco e per ben 5,8 ettari. Negare questa opportunità ad altri non poteva avere alcuna giustificazione, se non quella di creare una sorta di monopolio il cui beneficiario era proprio Andrea Giordani. Alla fine è prevalso il buonsenso e l’osservazione è stata accolta. E’ un ottimo risultato, anche perché è stato uno dei pochi casi in cui si è seguita la strada di una pianificazione del territorio rispettosa dei valori ambientali e che potrebbe portare alla valorizzazione di un’economia di pregio e sostenibile.
Peccato che per la stragrande maggioranza del territorio non sia stato così.

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